lunedì 23 febbraio 2015

Peppino Impastato: memoria, presente e futuro. Lorella Rossitto racconta la lotta per la legalità

Peppino Impastato: memoria, presente e futuro. Lorella Rossitto racconta la lotta per la legalità


          Scritto da: Oriana Gionfriddo23 febbraio 2015       


   SIRACUSA – Siracusa: una provincia definita “babba” non perché rispecchia il principio di legalità, ma solo perché la sporcizia è stata ben nascosta sotto il tappeto.
Anche se ancora ne passerà tempo prima di vedere la targa “Via Peppino Impastato” ,destinata ad una strada della zona Pizzuta, la Presidente dell’Associazione 100 Passi Lorella Rossitto, che ha promosso l’iniziativa, ci racconta la sua soddisfazione.
Cosa ti ha spinto a lanciare quest’iniziativa?
“La memoria, sicuramente. Quest’iniziativa l’abbiamo lanciata io e Giovanni Pitarresi, uno dei soci fondatori dell’Associazione. Questo percorso l’avevamo già intrapreso e non da associazione o partito politico, ma solo come cittadini attivi che sognano, quasi idealizzano il concetto di legalità.”
La risposta dei cittadini è stata positiva?
“Si. Alla raccolta firme si sono accodate tantissime realtà che non immaginavamo, sia dal comune di Siracusa, che dalla provincia, ma soprattutto tantissimi cittadini  che hanno voglia di ricordare questo ragazzo che è morto a 30 anni per un ideale, che è quello della legalità, di una società senza la mafia, senza atteggiamenti mafiosi. E se ci riflettiamo bene non sono “grandi” ideali, ma sono cose normali, di una società civile. L’arroganza, l’omertà, il voler imbavagliare i cittadini, ma perché? Perché tutti dobbiamo poter dire ciò che vogliamo in totale libertà.”
Tu hai parlato di omertà. E io ti chiedo: Peppino Impastato esiste ancora o è stato cancellato dall’omertà?
“Peppino Impastato è stato un esempio. Ma non tutti lo conoscono, e tanti sfruttano il suo nome. Non tutti si rendono conto quanto oggi questa figura è portatrice di valori, e questo discorso è ancora più valido per le periferie: chi cresce in una situazione economica e sociale disagiata non deve avere come esempio il mafiosetto di quartiere, ma un ideale, che può essere Peppino Impastato, ma se non glielo racconta nessuno chi era quest’uomo come fa a conoscerlo? Ecco, questo voglio che sia un obiettivo per noi.”
Oggi la mafia non è più quella di Peppino, non è lo “Zio Tano” e non l’abbiamo a cento passi. A quanti passi l’abbiamo oggi? Il fatto di non avere qualcosa da toccare con mano, qualcosa a cui poter rispondere non ostacola un pochino la lotta stessa alla mafia?
“Oggi è molto difficile prendersela concretamente con qualcuno. La lotta alla mafia infatti oggi sembra qualcosa di effimero. Se apriamo i giornali non leggiamo tutti i giorni di scorte uccise col magistrato, ma leggiamo di macchine bruciate, leggiamo di negozi che chiudono per difficoltà economiche che non sono solo le tasse. Oggi i commercianti pagano ancora il “pizzo”. Quindi, secondo me, siamo un pochino assuefatti, non riflettiamo sulle notizie che ci arrivano all’orecchio. Tanta responsabilità ce l’hanno anche le istituzioni, Va bene la nuova legge, ma se poi concretamente lasciamo da soli gli imprenditori come pensiamo di dare un contributo concreto? E anche le associazioni combattono ogni giorno per avere attenzione, ma in particolare non vogliono sentirsi soli in questa missione”
L’Associazione 100 Passi non si ferma nemmeno davanti agli atti intimidatori.
“No. L’associazione 100 Passi c’è, esiste, e non si ferma nemmeno davanti agli atti intimidatori che ci sono stati. Ma non vivo con l’angoscia. Sono determinata e gli atteggiamenti mafiosi mi fanno intestardire ancora di più.”                 


                                                                  








Nessun commento:

Posta un commento