mercoledì 28 gennaio 2015

Amianto. Una storia operaia a Siracusa

Amianto. Una storia operaia a Siracusa.

Si è svolta a Siracusa la presentazione del libro, presso la casa del libro Rosario Mascali a Siracusa.


Renato è un operaio cresciuto nel dopoguerra che ha iniziato a lavorare a quattordici anni. Un lavoratore che scioglie elettrodi in mille scintille di fuoco a pochi passi da gigantesche cisterne di petrolio. Un uomo che respira zinco, piombo e buona parte della tavola degli elementi di Mendeleev, fino a quando una fibra d'amianto trova la strada verso il torace. L'autore del libro è il figlio di Renato. Vive la sua infanzia tra il calcio di strada davanti all'Ilva dimenticata di Follonica e le risse sull'Aurelia, per poi passare dalle certezze del lavoro manuale del padre alla precarietà dei lavori cognitivi. Ricostruisce la storia lavorativa di Renato lottando in tribunale per il riconoscimento dell'amianto come causa della sua morte. E scopre di esser stato concepito nel luogo simbolo delle morti per la polvere bianca: Casale Monferrato. Una storia terribile, raccontata mescolando ricordi e documenti, misurando brillantemente le emozioni, con una voce narrativa vivissima, arricchita da divertenti espressioni dialettali. Esperimento di "oggetto narrativo non identificato" è il primo volume di una trilogia working class in corso d'opera. Questa nuova edizione, con un capitolo aggiuntivo, si chiude con un dialogo a tre tra l'autore, Wu Ming 1 e Girolamo De Michele, precari della conoscenza accomunati dall'essere "figli della classe operaia".




Con la presentazione del libro, una parte della comunità siracusana torna a discutere di classe operaia, problemi ambientali e mancanza di lavoro.

Il Segretario dei comunisti italiani, Matteo Blundetto, presente alla presentazione, ha sottolineato l'importanza del loro ruolo nella storia della classe operaia, inoltre ha ricordato la presenza di un gruppo in città che opera a loro sostegno.

Importante anche l'intervento del sindacalista dei cobas, che ha denunciato i ricatti di lavoro nella zona industriale aretusea. Purtroppo secondo il sindacalista, oggi gli operai si trovano a fare i conti con una situazione ben peggiore in confronto  al passato.



giovedì 1 gennaio 2015

Associazione 100 Passi Siracusa: troppa ostilità nei loro confronti

Lottano contro la mafia: troppa ostilità nei loro confronti

SIRACUSA Siracusa ore 12:19 del 29/12/2014 - Cronaca, Cultura, Politica, Sociale

In Italia sono poche le persone che seriamente cercano di lottare e di contrastare la criminalità organizzata. Il problema è che molti hanno paura, tanti decidono di non schierarsi perché non considerano questo problema una priorità o, forse, perché non hanno mai avuto occasione di avere a che fare con le organizzazioni criminali.
L'impegno delle istituzioni e delle forze dell'ordine non basta. C'è bisogno anche dei cittadini che devono dimostrare di voler debellare il fenomeno mafioso. Se tutti i cittadini in questi anni avessero lottato con forza contro la criminalità forse il fenomeno sarebbe stato, se non eliminato, quantomeno ridimensionato.
A Siracusa c'è un'associazione che da tempo si impegna sul fronte antimafia cercando, con tante interessanti iniziative, di diffondere la cultura della legalità in zone anche a forte rischio. Stiamo parlando dell'associazione Cento Passi che ha avviato una raccolta firme per chiedere al comune di Siracusa che venga intitolata a Peppino Impastato, giornalista ucciso nel 1978 dalla mafia, una strada della città. Attorno a loro, però, si respira un'aria di ostilità, con minacce e atti intimidatori che hanno fatto sorgere il dubbio sull'importanza che ha per la gente la lotta alla criminalità organizzata.

Scritto da Gerardo
 

Cento passi di troppo a Siracusa?


Cento passi di troppo a Siracusa?
Clima di ostilità per l'associazione antimafia

ANTONELLA SFERRAZZA 
CRONACA – Immondizia sul tappetino davanti alla porta di casa. Piante distrutte. Toni minatori e vessatori. Il dubbio che l'impegno profuso in favore della legalità e l'iniziativa di intitolare una via a Peppino Impastato non siano molto apprezzati

Una raccolta di firme per convincere il Comune a dedicare una via di Siracusa aPeppino Impastato, il giovane attivista assassinato dalla mafia il 9 Maggio del 1978 a Cinisi. È solo una delle tante iniziative intraprese dall'associazioneCento Passi, nata circa un anno fa nella città di Archimede e che instancabilmente, giorno dopo giorno, con la forza di una cinquantina di iscritti, si impegna per diffondere la cultura della legalità e dell'antimafia. E lo fa con atti concreti: dai laboratori ricreativi, artigianali, teatrali, di riciclo creativo, di lingue, cineforum, fino al doposcuola popolare, ai mercatini di libri, alla beneficenza. La sede, non a caso, è in una zona della borgata, «uno dei quartieri più storici della nostra città ma anche tra i più a rischio». 
Ragazzi molto attivi e molto impegnati. Forse troppo, per qualcuno. Succede, infatti, che respirano aria pesante fatta di ostilità e arroganza. Il che stupisce un po' se pensiamo che stiamo parlando di Siracusa, città d'arte che nell'immaginario collettivo è considerata una perla. «Qualche giorno fa hanno bruciato la macchina prima a un consigliere comunale di Priolo, poi a uno di Siracusa - racconta a Meridionews Giovanni Pitarresi, uno dei soci fondatori diCento Passi -. Per dire che anche questa è Italia. La mentalità è ferma a certi schemi e sono proprio questi che vogliamo rompere con la nostra associazione. Per questo, probabilmente, diamo fastidio». 
Una sensazione che in Pitarresi è nata dopo diversi episodi. «Da quando ci siamo trasferiti nella nuova casa, io e la mia compagna, che ricopre la carica di presidente dell'associazione Cento passi, fin da subito abbiamo trovato un ambiente molto ostile nei nostri confronti. All'inizio pensavamo si trattasse solo di un vicinato poco incline alla cordialità ma, con il passare del tempo, l'ostilità nei nostri confronti si è trasformata in atteggiamenti provocatori e vessativi». Comportamenti che, nel racconto di Pitarresi, sarebbero venuti fuori anche nel corso di banali discussioni condominiali. «Situazioni che mi hanno portato a presentare esposti denunce che ovviamente non hanno portato a nulla», continua.
Tra gli ultimi episodi subiti ci sono minacce dirette e immondizia sul tappetino della porta, così come la distruzione delle piante della coppia. «Chiari segnali di disappunto nei confronti della nostra attività a favore della legalità e, probabilmente, anche nei confronti della nostra proposta di intitolare una via, che dovrebbe essere proprio quella in cui vivo, a Peppino Impastato e sulla quale il Comune ha espresso parere favorevole», spiega Pitarresi. Il fastidio di un cittadino di cambiare indirizzo può portare a tanto? «L'intitolazione di una via cittadina o di una piazza al giovane Peppino Impastato è un monito e uno stimolo verso tutti i cittadini e i giovani in particolare che sappiano trovare, dall'esempio del giornalista di Radio Aut, una testimonianza di impegno politico non violento ispirato agli ideali della verità, legalità e giustizia sociale - conclude - Forse non tutti hanno questa sensibilità. O forse questa nostra iniziativa, insieme con le altre, ha fatto perdere la pazienza a chi non considera questi temi importanti». 

http://meridionews.it/articolo/30468/cento-passi-di-troppo-a-siracusa-clima-di-ostilita-per-lassociazione-antimafia/